Sabato 8 ottobre alle ore 20:00, presso la Galleria degli Archi di Comiso, in occasione della settima edizione della Giornata del Contemporaneo promossa dall’AMACI, sarà inaugurata la mostra personale di Sasha Vinci “Sul segno degli artisti”, sesto appuntamento.
L’artista presenterà delle opere che si avvalgono della compresenza di numerosi ed eterogenei linguaggi artistici tra cui scultura, disegno, scrittura, luce, suono, per creare un ambiente denso di immagini in cui ogni elemento subisce un lento processo di trasfigurazione.
Si concretizza la staticità di corpi che, semplicemente, si ritrovano a vivere e ad affrontare la contraddizione esistenziale umana e la loro presenza attiva nel mondo.
di Giovanni Tidona
[ … L’uomo,
come tutti i “pezzi” del cosmo, è fatto di azoto, idrogeno, ossigeno e
carbonio, e ad un livello ancora più intimo di elettroni e protoni, che nella
vulgata scientifica attuale rappresentano la materia indivisibile dell’universo
(siamo polvere di stelle), ma tuttavia il suo essere intrinsecamente identico
ad una pietra o a qualsiasi altro pezzo organico e inorganico dell’universo non
gli impedisce di sviluppare quello che è stato da sempre considerato il vero
problema – e tratto distintivo - dell’umanità, cioè la sua coscienza, la sua
facoltà di riconoscersi allo specchio; l’opera di Sasha vuole rappresentare
questo paradosso evoluzionistico, questo gioco o scherzo della natura che
conferisce agli uomini qualcosa di più della semplice somma dei costituenti
chimici o biologici da cui sono sostanziati: il pensiero, l’intelletto,
l’autocoscienza, il dolore e la sua espressione nell’urlo; …]
[… Le
opere di Sasha Vinci dunque rinnovano l’iter forzato, forzoso, dispendioso e
non privo di conseguenze che ognuno di noi – uomo o donna, o anche
“ermafrodita” – intraprende dalla nascita alla maturità, fino al sentimento
della morte (un cammino che Sanguineti a suo tempo definì come quello di un
individuo preso a calci nel sedere dalla sua condizione naturale alla
condizione culturale, educata alla società e alla gabbia della società stessa),
morte che è già vaticinata negli occhi sbarrati di coloro che hanno perso
l’innocenza, o che è inutilmente ma vitalmente ostacolata dalle mani imposte,
come a voler dire che l’arte e il suo gesto manuale della creazione possono –
forse – vincere il tempo. … ]
da “ Il fragile
compromesso del funambolo, in equilibrio tra il mondo e la sua coscienza…”